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Intervento FIni MIlano

Intervento Alessandro Buccelli congresso provinciale

mercoledì 30 giugno 2010

Assessore con noi non se lo puo' permettere

Consiglio di quartiere Osimo centro,:
deserto e triste come non mai, proposte e problemi anni 30, (tranne una, complimenti ala signora che ha proposto di abbellire Osimo con finestre e terrazze fiorite).
Giovani neanche l’ombra.
Nei giorni scorsi avevamo accolto favorevolmente la riproposta del PDL relativamente ad un nostro progetto sulle scuole in centro, proposta che come dice la parola stessa presume che ci sia un confronto, un colloquio, magari anche un dibattito, ma la risposta dell’assessore Giacchetti è stata alquanto inopportuna “proposta campata per aria”.
Generazione Italia non accetta assolutamente una risposta del genere, da chi dovrebbe rappresentare poiché ne ha le deleghe, l’amministrazione comunale.
Abbiamo sempre fatto una politica corretta, propositiva, e mai cercato lo scontro, ma evidentemente ad Osimo è ormai di moda fare politica in questo modo con risposte dall’una e dall’altra parte tese a denigrare l”avversario”.
Vorrei ricordare all’assessore Giacchetti che Lei ha le deleghe alle Politiche Giovanili, e alla scuola quindi dovrebbe cercare soluzioni invece di mettere paletti, viste le competenze che il Sindaco le ha assegnato.
Vero, potrebbero non esserci strutture con degli standard idonei in centro, ma è altrettanto vero che nel corso degli anni le strutture che ci sono non sono mai state sistemate ed adeguate ai tempi, e speriamo che in alcune di esse non vengano fatti appartamenti, perché se ci saranno gli standard abitativi, probabilmente ci potrebbero essere anche quelli scolastici.
Potremmo anche ricordare che in comuni come Recanati, Senigallia, Jesi e in moltissimi comuni simili ad Osimo le scuole sono in centro, ma la nostra proposta cercava il confronto e non lo scontro.
Non necessariamente però la soluzione potrebbe essere questa, perché, in effetti, i tempi cambiano e bisogna adeguarsi ad essi, quindi anche scuole moderne e tecnologiche in periferia potrebbero essere ormai necessarie.
Resta, però il fatto, ed è testimoniato dal consiglio di quartiere di ieri sera, che i problemi del centro interessano a “quattro gatti”, quindi qualsiasi proposta dovrebbe essere perlomeno presa in considerazione.
Perché ad esempio dal prossimo autunno, l’assessore Giacchetti non organizza riunioni simili ai consigli di quartiere nelle scuole la mattina con le assemblee dei ragazzi?
Perché non chiedere direttamente a loro quali sono le loro necessità?
Perché non cercare di avvicinarli, e magari inserire nei consigli di quartiere un rappresentante giovanile di ogni scuola?
Perche’ non cercare di capire il motivo per il quale i ragazzi e i giovani non si avvicinano piu’ alla politica e a i problemi della loro citta’?
Dire sempre no , non è la soluzione e se qualcuno propone, senza bramosie di potere e senza mire poltronistiche, non e’ per forza “campato per aria”.
Su tutto ciò e sulla correttezza politica non faremo mai sconti a nessuno.
Alessandro Buccelli
GI

lunedì 28 giugno 2010

Il Partito che non c'e' "LECORRENTI DEL PRESIDENTE"

Di Carmelo Briguglio
www.generazioneitalia.it

Alcuni di noi vengono da una storia politica. E hanno il proprio vissuto. Nelle forme in cui si è incarnata la destra politica italiana (Msi, Msi-Dn, An) l’una e l’altro si intrecciavano e coincidevano con le stagioni, felici e meno, della nostra esistenza. Dalla scuola, all’università, al lavoro, alla famiglia, alla nascita dei nostri figli, ai funerali dei nostri padri, c’era una storia parallela fatta di assemblee studentesche, del primo comizio con le gambe tremolanti, delle candidature piccole e grandi, della prima elezione in un piccolo consiglio. E poi: la sezione, il ciclostile, il volantino, la colla: barattoli e secchi di colla, migliaia, decine di migliaia, centinaia di migliaia di manifesti attaccati. I congressi, i documenti, gli scontri interni, i traditori, noi e loro. La contestazione, i venduti, il capo-dittatore. L’intervento al Congresso nazionale a notte fonda, un pugno di amici ad ascoltarti e ad applaudirti. Ma sul nostro Secolo, il “nostro mondo” avrebbe saputo. E poi i più audaci e fortunati in Consiglio comunale, provinciale regionale. Con le maledettissime preferenze. Cento, mille, diecimila e oltre. Poi pochi in Parlamento, la dove nessuno di noi da ragazzi con gli occhi puntati ai giganti (Almirante, Romualdi, Rauti, Fini) avrebbe pensato mai di arrivare. Anche ingiustizie, atti d’arbitrio, emarginazioni, punizioni. Vere e immaginarie. Tutto previsto. Come era accaduto a chi ci aveva preceduto. Tutti i leader del partito che fu, Fini compreso, hanno usato il potere interno come fa un capo per tenere a bada oppositori e dissenzienti. Talvolta senza andare per il sottile. Lo sapevamo. Erano le regole del gioco. Scuola di sacrificio e resistenza: farcela a stare in una comunità di idee ma anche di uomini, avere lo stomaco forte, inghiottire rospi, andare avanti. Ma i capi dal Msi ad An si diedero sempre un limes. Un confine da non oltrepassare, una sorta di sancta sanctorum che nemmeno al leader era consentito violare. Il legame sociale che faceva riconoscere il tuo valore, le tue qualità, da parte del capo anche se non eri con lui, anche se non lo avevi votato al congresso, anche se lo avevi contrastato. Alcune volte, anni dopo capivamo che aveva ragione lui, che avevamo preso cantonate strategiche e che i capi, se sono tali, vedono cento metri più in là. Potevano frenare, ritardare la tua ascesa. Dovevi fare spazio ad altri, magari più vicino al leader, ma maturavi un credito che prima o poi avresti riscosso. C’era soprattutto il luogo della politica: la sede centrale o periferica, l’organo dove dire la tua, il congresso dove gridare applaudire fischiare votare. E vincere o perdere. E dopo perdere e vincere. O anche sempre perdere, ma mai in modo assoluto o definitivo: lo impediva il limes. Questo è sicuramente il passato. Un passato che è passato. Appartenuto anche ad altri, sull’altra sponda. Su tutte le sponde in cui si è fatta politica. Ricacciamo indietro l’amarcord. Chi ha un’età matura come noi ha saputo farlo altre volte. La nostra generazione, con qualche ribellione, si è fatta spingere, anche a pedate, verso il futuro. Da un Fini che guardava avanti per tutti: Fiuggi, Gerusalemme, il Popolo della Libertà. Ma oggi ci chiediamo: il Pdl c’è? Esiste? O a un anno e più dalla nascita si è ridotto a un ufficio di presidenza e a una consulta per la Giustizia, punto e basta? E dov’è il limes?
Si vorrebbe applicare la disciplina interna in un partito che non ha un solo organo scelto dal basso? Senza iscritti, senza dirigenti eletti, senza riunioni della direzione, del consiglio nazionale. Senza congressi sul territorio. Alcuni “estremisti per bene” vorrebbero imporre la regola della maggioranza alla minoranza. Che si applicherebbe alla legge sulle intercettazioni ma non alla nomina di Brancher a ministro della Repubblica. Mai discussa ma solo appresa dai giornali. Per fare due esempi recenti. O che imporrebbe il divieto di associazione all’area che si riconosce nel Presidente della Camera, ma non ai gruppi organizzati, chiamiamoli col loro nome, alle correnti vicine (vicine, siamo sicuri Presidente?) a Berlusconi: Promotori della Libertà, Liberamente, gruppo Schifani-Alfano. E così via. A chi conosce la cassetta degli attrezzi, sarebbe agevole montare una polemica interminabile.
Invece ci interessa una riflessione che serve a tutti. Il Presidente del Consiglio ha annunciato “di essere contrario a qualsiasi frammentazione del Pdl anche mascherata da fondazioni o associazioni che possono suscitare l’impressione di dar vita a correnti”. Sandro Bondi comunica che lui non aderisce a nessuna corrente. Ok, ma va spiegato dentro e fuori perché i Promotori della Libertà, associazione-corrente guidata dalla ministra del Turismo sia presieduta da Berlusconi in prima persona. Perchè i suoi dirigenti sono stati nominati dallo stesso premier? Sandro Bondi per la Cultura e la Formazione, Angelino Alfano per la Giustizia Rocco Crimi per lo Sport, Paolo Bonaiuti per l’Informazione. Insomma la corrente del Presidente, presieduta dal Presidente, con responsabili nominati direttamente dal Presidente prelevati dal suo inner circle.
Perchè l’immagine del Cavaliere, che è il presidente del Pdl, campeggia sul sito dei Promotori con l’appello diretto ad iscriversi all’associazione brambillesca:“Diventa Promotore della Libertà del Pdl per diffondere i nostri valori di democrazia e libertà. Il tuo contributo sarà prezioso per sostenere il mio lavoro e quello del mio Governo, con azioni concrete nella tua città e in tutto il Paese”? Perchè è toccato persino ai parlamentari del Pdl, inclusi quelli di provenienza An, con una storia politica meno estemporanea di Michela Vittoria Brambilla, ricevere nei mesi scorsi una lettera firmata Silvio Berlusconi che li invitava ad aderire ai Promotori della Libertà? Poi, poi, poi…Perché quel simbolo assomiglia a quello del Popolo della Libertà ? Perché l’acronimo di Promotori della Libertà è identico a quello del Popolo della Libertà: PDL? Non c’è bisogno di qualche spiegazione?
Poi Liberamente, la fondazione promossa da Mariastella Gelmini, Franco Frattini e Mario Valducci. Nega di essere una corrente (e perché mai?) ma si dice collegata “alla storia del berlusconismo, a quella generazione di classe politica che ha fatto la storia di questi sedici anni” (leggasi Forza Italia). E decisa “a giocare un ruolo di primo piano anche nel dibattito politico interno al Pdl”. La corrente dei superberlusconiani. Legittima per carità, ma di corrente si tratta. O no? Ci spieghino. Siamo qui ad ascoltare.
Qualche nota sulla Schifani-Alfano. Che non è una legge, ma una corrente organizzata. In Sicilia, ma non solo. Bocchino è stato crocifisso per avere detto senza asprezze una verità “normale”. Il Presidente del Senato e il ministro della Giustizia, sono uomini delle istituzioni, ma sono anche uomini di appartenenza. Hanno nominato e arruolato da anni, in contrapposizione a Gianfranco Miccichè, parlamentari, deputati regionali, sindaci, presidenti, assessori, manager di Asl, consiglieri di amministrazione. Fanno riunioni, organizzano le proprie truppe, ordinano, promuovono, si scontrano. Esercitano e occupano il potere. Normale, assolutamente normale. Non si sono mai sognati di smentirlo. Non potrebbero. Perché è una verità documentabile. Per tabulas. Comprese intere raccolte di quotidiani regionali. Il Presidente del Senato poi non è una entità angelica, né un uomo super partes, almeno fuori dall’aula. E va bene. E’ parte integrante della ricchezza di uomini e vocazioni politiche dentro il Pdl. Che male c’è? Salvo che non si non si voglia farlo passare soltanto come uomo delle istituzioni in contrapposizione a Gianfranco Fini che è stato invitato molto rudemente a lasciare il seggio più alto di Montecitorio perché “fa politica”. E non solo da Lehner e Stracquadanio che sono creature politiche sui generis. Ma da personalità come Bondi o Quagliarello. I quali sanno di non potere pretendere da Fini ciò che non si chiede a Schifani.
Nel partito che non c’è non può passare il principio che bisogna fare le regole per gli altri. Come quella che hanno cittadinanza solo le correnti del Presidente o degli amici del Presidente. Noi ci siamo anche per questo. Perché il dibattito continui. E il partito un giorno ci possa essere.

Bene il tavolo di confronto

Leggiamo con piacere che il PDL anche se dopo un po’ di tempo ha preso in considerazione, ed ha deciso di appoggiare il progetto che proponemmo con La Destra nel Novembre del 2008.
Rappresentando adesso Generazione Italia , continuo a sostenere che il discorso Scuole in centro possa essere una valida alternativa, come gia lo feci piu’ di due anni fa http://ladestraosimo.blogspot.com/2008/11/centro-storico.html
E’ chiaro i tempi cambiano velocemente, e bisogna comunque sempre adeguarsi ad essi, quindi bisogna anche valutare quanto sia importante togliere spazi ampi e moderni ad una struttura scolatisca , a favore dello “struscio”.
E’ ormai opinione diffusa che alle sette di sera, la maggioranza dei ragazzi preferisce stare su Facebook piuttosto che fare una passeggiata in centro, e questo vale anche per il finesettimana.
E’ anche vero che le normative la fanno da padrone , e quindi rendono difficile soprattutto in fatto di sicurezza la ristrutturazione di palazzi “antichi “a favore di scuole che nel 2010 dovrebbero essere super moderne.
E’ comunque un inizio che potrebbe portare il centrodestra ad un tavolo di confronto prima interno e poi con l’amministrazone, per raggiungere comunque uno scopo comune, il bene della citta’.

sabato 26 giugno 2010

Sicurezza prima di tutto

Abbiamo nei giorni scorsi, partecipato ad alcuni consigli di quartiere, per capire e valutare la questione “speed box”.
L’assessore Francioni ha presentato l’analisi fatta da una società specializzata, i dati reperibili su http://www.comune.osimo.an.it/comune/amministrazione/anmviewer.asp?a=3364&z=6,sono davvero sconcertanti.
A testimonianza che le nostre strade non sono più sicure, noi siamo totalmente favorevoli all’installazione di questi persuasori.
L’incolumità’ dei cittadini e la sicurezza sono per noi prerogative fondamentali, e se necessario è anche giusto che l’amministrazione, faccia “cassa”, sulle spalle di chi viola il codice della strada, (anche se così non è visto che solo un diffusore su dieci a rotazione avrà al suo interno l’autovelox, diffusore che tra l’altro in quel momento avrà una luce che indica la sua messa in funzione).
Chi rispetterà i limiti di velocità e il codice della strada, non incapperà sicuramente in sanzioni, mentre chi non lo farà, e conseguentemente delinquera’, è giusto che sia multato, ed è anche giusto che la collettività ne tragga giovamento, ci auguriamo quindi che gli incassi di queste sanzioni vngano poi utilizzati per scopi di pubblica utilità, educazione stradale nelle scuole ad esempio.
In molti si riempiono la bocca con la parola “legalità”, ma come sempre si predica bene ma si razzola molto male.
E’ quindi giusto che chi amministra cerchi di tutelare i propri concittadini, per far si che non accadano più tragedie come quelle che spesso leggiamo sui giornali, anche nel rispetto delle molte vittime, e dei loro familiari, che ne hanno pagato le conseguenze.
Alessandro Buccelli

giovedì 24 giugno 2010

Tifiamo tutti Italia

Umberto Bossi ha esagerato. Prima ha detto che gli Azzurri avrebbero superato la Slovacchia, perché “Tanto la partita se la comprano”. Poi qualcuno gli avrà fatto notare che anche i dieci milioni di padani pronti a impedire a Fini di superare il Po tifano Italia, e così il Senatùr – da politico accorto qual è – ha fatto immediatamente marcia indietro: “Chiedo scusa alla Nazionale azzurra, stavo davvero soltanto scherzando“.
Umberto Bossi è il padre del Presidente della Lega Federale Calcio Padana (Renzo la trota, sì…). Evidentemente ce l’avrà con la Federazione Italiana Giuoco Calcio, che è una cosa seria. Anche nel calcio, insomma, la Padania non esiste e l’Italia è una cosa seria.
Guai a chi tocca la Nazionale, anche Bossi lo sa. Siamo italiani, amiamo il calcio e allo sport pallonaro teniamo più della guerra, come ci disse beffardamente Churchill.
Forse perché la Nazionale di calcio è l’Italia che non c’è e che invece vorremmo avere. Giovane, forte (anche se in Sudafrica…) e con un unico obiettivo: vincere. Un po’ il contrario del Paese reale: vecchio, stanco, senza un vero obiettivo se non la sopravvivenza quotidiana.
Ecco, vorremmo un’Italia senza le uscite infelici di Bossi. E con uno spirito da Nazionale.

lunedì 21 giugno 2010

Nessuno utilizzi Generazione Italia per strumentalizzazioni politiche

Ci stiamo accorgendo che il nostro movimento ha un po' destabilizzato il panorama politico Osimano, tanto che il nostro nome appare, anche se sotto mentite spoglie, nei vari blog, all'interno di una polemica di cui non facciamo e non vogliamo far parte.
Generazione Italia non nasce per dividere, ma nasce per costruire.
Non intendiamo far parte di una polemica che non ci appartiene , ma vogliamo far parte del contenuto politico.
Chiariamo una volta per tutte un concettto:
Non siamo un partito, ma un’associazione che opera all’interno del Pdl. Non siamo contro il Popolo della Libertà, ma anzi lavoriamo dentro il partito per renderlo più aperto, più libero e più plurale. Non siamo una corrente, ma solo un’associazione con tantissime adesioni in tutta Italia. E soprattutto siamo una struttura che vuole essere un punto di riferimento per i tantissimi italiani appassionati di politica e che amano il proprio paese.
Generazione Italia vuole dare un futuro al Pdl, attraverso uomini gia'iscritti che cercano di cambiarlo dall'interno, e altri che vorrebbero iscriversi ma ancora non trovano i presupposti per farlo.

venerdì 18 giugno 2010

Coccinelle

Migliarini parla bene, ma noi siamo completamente daccordo con CONFCOMMERCIO
Ci sono gia’ molti progetti per il centro storico e credo non servano i consigli di un costruttore.
Per quanto riguarda il mercato coperto , e’ ormai una favola, di cui non si conosce ancora la fine …ma speriamo che come in tutte le favole “il fine sia lieto”.
Pregevole e’ infatti il progetto che i commercianti del centro stanno attuando.
Per quanto riguarda i centri commerciali, sarebbe invece il caso che qualcuno pensasse a sistemare il Cytiper delle fornaci, diventato ormai un supermercato degno della Bucarest di altri tempi.
La temperatura che e’ all’esterno e’ la stessa che troviamo all’interno in quanto l’aria condizionata praticamente non funziona, l’aquisto di prodotti freschi ,per non parlare dei gelati e’ improponibile, in quanto dal momento che si mettono nel carrello a quando si esce dalla struttura sono gia’ praticamente “bolliti”, Tralascio le considerazioni che potrebbero seguire sulla conservazione dei cibi. Sta di fatto pero’ che sia per il personale che per la clientela l’aria e’ irrespirabile.
Per quanto riguarda il nuovo polo commerciale, ci lascia stupita la forma di assunzione del personale con contratti a termine quasi “settimanali”.
Quindi non posti di lavoro ma illusioni a tempo determinato.

Patto stabilita'

Per quanto riguarda l’informativa che il comune ha diramato a tutte le famiglie intendiamo sottolineare, che Generazione Italia Osimo, non entra nel merito del Patto di Stabilita’ in se, che esiste ormai da anni, e che peraltro tutti i comuni devono affrontare.
Riteniamo pero’ che viste le lamentele che tutte le regioni e tutti i sindaci sia di centrodestra che di centro sinistra stanno esternando, non puo’ essere considerato un problema di governo centrale, ma di Unione Europea che dirama delle direttive a cui gli stati membri devono sottostare.
Riteniamo pero’ giusto informare la cittadinanza sui problemi che queste direttive comportano a livello locale, che pero’ non possono essere assolutamente un paravento dietro il quale nascondersi,
certi che il governo in questi momenti si adoperi sempre e comunque per il bene del paese.

Confidiamo quindi che l’amministrazione osimana , (come tutte le amministrazioni locali del nostro paese), nonostante tutte le restrizioni, che la legge finanziaria da una parte e le direttive dell’UE dall’altra, si adoperi nel miglior modo possibile per traghettare Osimo e gli osimani attraverso questa crisi , con la quale tutti ci stiamo confrontando
Crediamo poi che se l’informativa possa da una parte essere interpretata politicamente come attacco al governo centrale, sia un problema strettamente politico e non sociale, e che comunque non potra’certamente influire sulle sorti del nostro paese.

martedì 15 giugno 2010

Ufficializzazione

Da ieri il circolo di Osimo e' stato ufficializzato e ratificato da l coordinatore regionale Daniele Silvetti.
Portavoce del circolo fino ai congressi che si svolgeranno entro i mesi di ottobre novembre, sara’ Alessandro Buccelli. Hanno gia’ aderito al movimento esponenti del Pdl come Nello Storani il consigliere comunale Damiano Pirani e molti altri appassionati di politica non iscritti a nessun partito, l’adesione a Generazione Italia e’ libera e non vincolata con l’iscrizione al PDL.

lunedì 14 giugno 2010

DDL INTERCETTAZIONI

Generazione Italia nasce per immaginare l’Italia che verrà. E per cambiare questo nostro amato Paese, che però – così come è – non ci piace. Generazione Italia non è una corrente, non è un piccolo grande partito, non è la riedizione di An e quindi non è una eco lontana di un qualcosa che già c’è o già c’è stato. Generazione Italia è una chance di cambiamento per questo Paese. Ed è una chance che abbiamo dato non solo ai più giovani, ma a tutti gli outsider in generale, agli appassionati di politica che – per la prima volta – hanno deciso di scendere attivamente in campo.
Generazione Italia non è una destra dipietrista o grillina. Noi non vogliamo le intercettazioni libere, non vogliamo che i giornali pubblichino le lenzuolate di intercettazioni senza rilevanza penale, violando la privacy delle persone. Generazione Italia non vuole assecondare lo spirito guardone, gli eccessi dei PM, gli editori impuri che fanno politica pubblicando le intercettazioni a mò di condanna preventiva. Generazione Italia non vuole assecondare i vizi di questo Paese. Ma non possiamo nemmeno accettare un ddl che è sgradito alla stragrande maggioranza della popolazione, dei nostri elettori e della nostra base. Un ddl che spunta le armi alla Magistratura, alle forze dell’ordine. Un ddl che limita le armi dello Stato nella lotta contro le mafie.
Le migliaia di iscritti a Generazione Italia sono contro questo ddl. Che è stato migliorato, dato che è versione più soft del ddl intercettazioni proposto dal Governo Prodi nella scorsa Legislatura. Ma che può essere ancora migliorato, come ha detto anche un berlusconiano come Beppe Pisanu.
Noi daremo ascolto alla nostra gente. Vogliamo un Pdl più democratico, vero. Ma dobbiamo partire soprattutto da noi stessi. Generazione Italia è un’associazione “sui generis”, ma è associazione democratica. E noi abbiamo l’obbligo sia di indicare la rotta alla nostra gente, sia di rappresentare voglie, idee e umori di chi ha deciso di scendere in campo con noi.

lunedì 7 giugno 2010

Generazione Italia

E’ nata ad Osimo Generazione Italia.
Riconosciamo nel presidente della Camera una guida per un centro destra, moderno, europeo , e comunque alternativo; un laboratorio politico, un laboratorio di idee che dia spazio ai giovani e a tutti coloro che vogliono cominciare a fare politica.
Generazione Italia nasce come “aggregatore intergenerazionale, rivolto in particolare ai giovani che non vogliono limitarsi a subire il futuro del loro Paese, ma hanno il coraggio e la passione di immaginarlo”. Ѐ questa la nostra finalità. Niente imboscate, niente conte, tantomeno intrighi o giochi di Palazzo.
Ѐ nel desiderio di vedere oltre, che nasce la nostra sfida: provare a pensare almeno che qualcosa di diverso possa essere costruito. Ecco perché Generazione Italia si rivolge in primis ai giovani, considerandoli parte attiva di un processo di cambiamento che sia reale e non solo programmatico.
Siamo aperti a tutti , a tutti coloro che vogliono costruire partendo da Osimo , dalla propria citta’, qualcosa di veramente alternativo a tutto e a tutti..
.La sede di Generazione Italia Osimo e’ in via san Francesco 14 , dove periodicamente si terranno incontri.
Sul web potete trovare Generazione Italia Osimo all’indirizzo: www.generazioneitaliaosimo.blogspot.com.
E contattarci a generazioneitaliaosimo@email.it